sabato 4 gennaio 2014

Il ritorno del figliol prodigo: "Sherlock" terza serie

Ci era mancato. Nonostante "Elementary" non sia da buttare e si lasci guardare con piacere, lo "Sherlock" targato BBC e Benedict Cumberbatch è decisamente di un altro livello e il suo ritorno sugli schermi in questo periodo festivo era l'evento più atteso (prima della quarta stagione di Game of Thrones, ovviamente) per i "malati" di telefilm di gusto raffinato (ma anche no).
E la prima puntata della terza stagione non ha lesinato piacevolezze assortite ai fan dell'investigatore di Baker Street, regalandoci emozioni e divertimento, in un profluvio speziato di citazioni, rimandi, riferimenti interni, battute, smorfie (dell'impagabile Watson), duelli familiari (questi Mycroft/Sherlock sono anni luce superiori nel loro scontrarsi in punta di fioretto ai "poveri" - se confrontati - protagonisti di Elementary), accompagnato da una tecnica di elaborazioni immagini, fatta di sapienti rallentamenti e accelerazioni dei frames, che cattura lo spettatore, lo adagia in un brodo di giuggiole dal primo all'ultimo istante della - lunga - puntata, e lo accompagna soddisfatto alla conclusione, avido di altro nettare - consapevole che anche in questa occasione le puntate saranno soltanto tre, ma tutte da assaporare fino all'ultima stilla.

Da qui alla conclusione del post ci saranno parecchi SPOILER, quindi OCCHIO!

Che la vicenda narrata nell'episodio sia in definitava assolutamente marginale (il rifacimento dell'attentato di Guy Fawkes attraverso una carrozza della metropolitana carica di esplosivo) conta il giusto. L'intero episodio è giocato sulle emozioni dei protagonisti, sull'umorismo sottile che lo permea per intero, sull'irresistibile sfacciataggine del protagonista, sul suo giganteggiare in un mondo meschino - se a lui confrontato; assolutamente memorabile, in questa prospettiva, lo scambio di battute con Mycroft, sull'impossibilità di quest'ultimo di trovare un minimo di compagnia nel genere umano tutto, quando perfino lo straordinario fratello Sherlock gli risulta inferiore, e il tentativo di Sherlock di "capire" - e ci riesce molto meglio di quanto non voglia far credere - le anime di passaggio che affollano il mondo, rendendolo comunque degno di essere affrontato, in attesa di una nuova sfida, in cerca di avversari degni di Moriarty.
Deliziosa anche l'idea del club del "carro funebre vuoto" - fondato da chi non crede che Sherlock sia veramente morto -e deliranti e spesso trasgressive le spiegazioni del come si sia salvato dal tuffo dal tetto del palazzo che chiudeva la precedente stagione, al termine dello scontro con Moriarty.
Insomma, devo dirmi completamente soddisfatto dall'inizio della terza serie, e non vedo l'ora di goderne il resto (per breve che possa essere). The game is afoot!

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