sabato 14 settembre 2013

Un pulp al giorno: Recruit for the Spider Legion

Eccoci finalmente tornati su queste pagine dopo una lunga pausa, per introdurre stavolta uno dei personaggi che hanno fatto la storia dei pulps, uno dei grandi eroi delle testate dedicate a un singolo personaggio, protagonista di ben oltre cento diverse avventure, curiosamente praticamente sconosciuto in Italia (non credo, infatti, che siano uscite edizioni dei suoi romanzi).
Parlo di Richard Wentworth, alias the Spider, the Master of Men, uno dei più fumettistici di tutti gli eroi pulp che mi sia capitato di leggere in questi mesi, quasi un perfetto emulo di Batman (anche se è probabilmente vero il viceversa). Parliamo infatti di un altro ricchissimo difensore sui generis della legge, una vera e propria macchina da guerra, priva di scrupoli e di punti deboli, con un concetto della giustizia che travalica di gran lunga i limiti delle legge imposte dagli uomini e si erge a "livella" (per citare Totò) di ogni azione malvagia compiuta dai suoi appartenenti.
Il romanzo in questione (il 114esimo della sequenza e in effetti uno degli ultimi, prima che la penuria di carta e la situazione bellica ponesse fine a questa testata) riguarda gli intrighi di un gruppo di fanatici assassini del culto di Kali, impegnati nel cercare di eliminare tutte le persone più influenti della città, a partire dal capo della polizia, Kirkpatrick, nemesi storica di The Spider, ma al tempo stesso grandissimo amico di Richard Wentworth.
Scritte per gran parte della sua vita letteraria da Norwell Page con lo house name di Grant Stockbridge, le vicende di questo strenuo difensore della giustizia suprema scorrono via ancora oggi che è un piacere, aiutate da un ricco e variegato - ancorché, ovviamente, stereotipo - cast di contorno (dal citato Kirkpatrick, irreprensibile sostenitore della legge - che nel romanzo in esame è costretto suo malgrado a uscire dal suo ruolo, non senza incredibili sforzi per placare la sua coscienza - che una volta fattolo non si guardi più indietro è una soluzione semplicistica tipica di queste narrazioni popolari non troppo fini dal punto di vista psicologico, un difetto del genere su cui non vale la pena soffermarsi più di tanto - a Nita van Sloan, la compagna del nostro eroe, e lei stessa dotata di grandi capacità di combattente e di abile tessitrice di inganni, a Ram Singh, il gigantesco sikh, compagno picchiatore di Wentworth, indefesso e sbruffone, la spalla ideale di un tipo come Spider). E' interessante notare come, diversamente da quanto avviene in altri casi analoghi, Page, almeno nel romanzo che ho letto, lasci parecchio spazio individuale alle azioni dei comprimari, concedendo il palcoscenico a ognuno di loro in modo non propriamente marginale, e dando modo al lettore di apprezzarne le caratteristiche distintive.
Finisco con una curiosità: pare che Stan Lee si sia rifatto proprio a questo personaggio, uno degli eroi della sua gioventù, quando ha pensato di creare il personaggio di Spiderman.

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