domenica 21 luglio 2013

The Hobbit: an unexpected movie...

So di giungere tardissimo a parlare di un film che ormai gira già anche in televisione, ma come certo saprete, ormai non sono più il "divoratore" di pellicole che ero un tempo (quando ero in grado di recensire - pro domo mea, ma da qualche parte le ho quasi tutte - fino a 35-40 pellicole in un mese - ah, bei tempi, per il Roger Ebert in me) ed è grassa se riesco a vedere 4-5 film in un anno (ma non temete: i nuovi impegni "saggistici" mi spingeranno per forza a riprendere un po' di visioni più lunghe dei telefilm che vado divorando negli ultimi 5/6 anni).
Comunque, bando alle ciance: ieri sono riuscito a vedere lo Hobbit e, come si evince dal titolo di questo post, ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ora: rispetto a molti dei miei lettori, avevo il vantaggio di avvicinarmi alla pellicola con occhio meno critico e ossequio meno rigido al canone del Maestro Tolkien. Adoro Jackson e le tre pellicole sul Signore degli Anelli erano quanto di meglio fosse mai successo alla narrativa fantasy sullo schermo (grande e piccolo) prima di Game of Thrones. D'altro canto, non sono certo un purista dell'opera di Tolkien: per ragioni eminentemente ludiche, conosco molto bene il suo mondo, la sua storia e la sua geografia (per averlo girato in lungo e in largo per oltre un trentennio prima nel gioco di ruolo, poi nel gioco postale della Terra di Mezzo), ma non ho mai amato in modo eccessivo e viscerale i suoi romanzi (meno che mai lo Hobbit, letto tantissimi anni fa e sempre ritenuto niente più che un romanzo per ragazzi - considero alla stessa stregua Harry Potter, per esempio, ma questo non significa che a suo modo non possano (debbano?) essere considerati dei capolavori). Di conseguenza, il fatto che Jackson abbia completamente stravolto il plot e lo sviluppo narrativo dello Hobbit cartaceo non mi tocca se non marginalmente. Mi tocca molto di più che ne abbia ricavato una prima pellicola a mio avviso perfino superiore al primo capitolo del Signore degli Anelli (sicuramente più dinamica e spettacolare), con un grandissimo Bilbo Baggins (Freeman è uno straordinario Watson - e se Dio vuole, pare che avremo una terza e perfino una quarta serie dello splendido Sherlock della BBC - ma è perfino un miglior Bilbo Baggins), una compagnia di nani assolutamente diversa da come me l'ero immaginata (ho degli amici che credo si siano messi a piangere per la disperazione - almeno inizialmente - dopo la prima apparizione di Balin...), ma che nel giro di pochi minuti ti entra nel sangue, un Radagast allegramente sconcertante (e piacevolissimo da vedere), il ritrovare tanti "amici" della prima trilogia, che senza dubbio è piacevole rivedere.
Ho poi apprezzato molto il fatto che il film (e non il romanzo) sia diventato un vero e proprio prequel della trilogia cinematografica, dando modo a Jackson di proseguire nella narrazione (in questo caso a priori) della sua "visione" storica della Terra di Mezzo, con una profondità e una cura dei particolari che ovviamente Tolkien non ha potuto fare, vista le genesi delle sue opere.
Certo, ci sono degli eccessi, alcuni tasti sono toccati con troppa energia, alcune caratterizzazioni possono far storcere la bocca anche a chi è appena appena purista (gli integralisti di Tolkien immagino abbiano preso torce e forconi e si siano recati al castello di Jackson per incenerire lo scienziato pazzo e le sue creature partorite dalla folgore del demonio), ma nel complesso ho trovato la nuova incursione nella Terra di Mezzo di gran lunga superiore a ogni mia aspettativa (molto modesta in verità - ed è anche per questo che finora avevo snobbato il film) e adesso non vedo l'ora di scoprire quali altre "fantasie" aggiungerà alla trama il folletto oceanico nei prossimi due capitoli della saga.

1 commento:

  1. Ciao Roberto, da purista (non mi considero integralista) di JRRT ho si storto il naso in molti punti (l'inseguimento alla BugsBunny tra i lupi e la slitta di Radagast mancava solo di un corridoio con le porte), in altri ho spalancato gli occhi alla meraviglia! Sono arrivata alla conclusione che la trasposizione cinematografica da parte del caro Peter dei romanzi del professore di Oxford sia comunque cosa buona, basta non aspettarsi di andare a vedere il libro ma un'altra cosa altrimenti ti si accappona la pelle!
    (da qui: se qualcuno non ha letto il libro può considerarlo spoiler ma dato che Peter farà come gli pare... secondo me fareste meglio a leggerlo)
    Rimango come tutti in attesa del seguito e di veder Beorn e i suoi animali di cui le Lepri di Radagast sono solo un assaggio, il regno di Tranduil a Bosco Atro, spalancare le ali di Smaug fuori da Erebor come tante volte mi sono immaginata leggendo il libro e un Bard che scocca la sua freccia, e naturalmente mi aspetto di piangere come una fontana alla fine della battaglia dei 5 eserciti quando si contano i morti, se tutto ciò accadrà il caro Peter può metterci tutta la fantasia che vuole, potrò ritenermi soddisfatta!

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