domenica 20 gennaio 2013

C'è vita su Marte...secondo Thornton Ayre!

Visto che sono stato preso come proofreader da Radioarchives.com, inizierò a postare dei brevi post dedicati alle mie "letture" pulp.
Iniziazmo con il mio test di prova (andato bene, visto che mi hanno accolto nel team), riguardante un breve racconto di fantascienza di Thornton Ayre (pseudonimo di John Russell Fearn, scrittore inglese di fantascienza, noto come l'uomo dai mille nomi, per aver pubblicato storie sotto decine di pseudonimi - il più noto dei quali, qui da noi, è Vargo Statten), apparso sul primissimo numero della rivista Super Science Stories, del Marzo 1940.
Leggere una storia di questo tenere è una ventata di "folle" freschezza, se paragonata a quanto si legge al giorno d'oggi: piena di errori lessicali, con una punteggiatura riprovevole, ripetizioni di termini a ogni pié sospinto, insomma, da matita blu e rossa professorale ogni due righe, ma anche pazzamente divertente, una vera zozzeria per i gusti contemporanei,ma così dannatamente pulp da amarla subito!
La trama è già un gioiellino di assurdità: nel 1980 l'uomo ha raggiunto il totale dominio dei cieli (ma non dello spazio, a quanto sembra) e centinaia di auto volanti solcano l'atmosfera a varie altezze. Gli addetti a una delle sonde di controllo del traffico poste a chilometri di altezza captano uno strano segnale radio, da cui fuoriesce la dolcissima voce di una cantante dal nome sconosciuto. Subito dopo, una forza inarrestabile strappa il loro cavo di attracco e li trascina con sé in una folle corsa spaziale che (con la velocità del viaggio a cavallo del Gladiatore ferito da Vindobona all'assolata Spagna nel pulp romano di Ridley Scott) si conclude nientemeno che su Marte, pianeta abitato da un cordiale dittatore mussoliniano, che ha inventato una mega-calamita gigante, capace di trascinare aeronavi da un pianeta all'altro, che intende sfruttare i prigionieri perché convincano gli stupidi Terrestri a costruire un marchingegno analogo sul loro pianeta, per aprire le porte all'invasione marziana. I due terrestri, con l'aiuto della bella cantante di cui sopra (in realtà regina del pianeta rosso - diventato verde e azzurro nel frattempo - sotto mentite spoglie), sventeranno la minaccia marziana, facendo sfragellare nei dintorni di New York l'intera flotta d'invasione (costituita da un nugolo di emeriti imbecilli, vista la facilità con cui si fanno buggerare).
Aldilà della pochezza della trama, il racconto è estremamente divertente, nella delirante follia cui accennavo prima: stracolmo di stereotipi, con il personaggio femminile ridotto a una macchietta (ovviamente, uno dei due protagonisti maschili la sposerà, dopo essersene innamorato a prima vista, senza che la donna dica assolutamente nulla a riguardo), è comunque ricco di idee tanto folli quanto interessanti: per esempio, Marte appariva rosso e disabitato agli occhi dei telescopi terrestri, perché molte centinaia di anni prima, per difendersi da un'invasione aliena, i marziani autoctoni avevano ricoperto l'intero pianeta di un guscio metallico, arrugginitosi a causa degli scarichi fognari (ecco spiegato il colore rosso: era ruggine!); ma gli invasori avevano parzialmente crettato la copertura (ed ecco spiegati i canali di Marte!) ed erano penetrati all'interno, portando a una lunghissima battaglia, conclusasi con un lungo periodo di barbarie, la commistione dei due popoli e la rinascita di un nuovo Marte, guidato da un folle dittatore da operetta, che avendo captato le trasmissioni radio terrestri (ecco il motivo per cui i Marziani parlano inglese e nessuna lingua locale!), non pensa di meglio che conquistare anche il nostro pianeta.
Divertente la risposta della regina marziana a uno dei terrestri che chiede come mai, oltre alla lingua, i marziani siano del tutto simili ai terrestri anche dal punto di vista fisico: la regina dice che è stato sempre l'effetto della radio. I suoi progenitori erano un po' diversi, ma loro si erano adattati... grandiosa!
Insomma, se queste sono le premesse, credo proprio che mi divertirò un sacco a leggere queste storie della pulp fiction del passato e anche voi con me, se avrete la pazienza di seguirmi, in questi miei deliri giornalieri...

Nessun commento:

Posta un commento