giovedì 27 giugno 2013

Un pulp al giorno: Doctor's Death Murder Ward

Il racconto di oggi, tratto ancora una volta dalle pagine del numero di luglio agosto 1939 di Strange Detective Mysteries, ci riporta a parlare di un autore già visto in passato, Arthur Leo Zagat, scrittore pulp particolarmente attivo nel ventennio Trenta-Quaranta del secolo scorso, da noi singolarmente ben poco noto.
Non lasciatevi sviare dal titolo: non si tratta di un racconto avente a che fare con il celebre Doctor Death - archetipo dello scienziato pazzo, che per un breve periodo ha goduto di un intero pulp a sua disposizione - ma con un modestissimo epigono, non meno letale.
Il protagonista principale è un personaggio che Zagat ha usato più volte nel corso della carriera, un notevole detective privato, Bolton Blair, abilissimo nel suo mestiere ma a quanto pare intenzionato a cessare l'attività ogni volta che risolve un caso. Aiutato dal simpaticissimo assistente/segretario Adalbert Socrates Ninial (che già si tende ad amare solo per il nome) - che apparentemente serve più che altro come motivatore del riottoso investigatore e come auditore delle sue spiegazioni finali una volta risolto il caso, Blair stavolta si imbatte nella strana morte di un vecchio per strada, preannunciata da un lugubre fischio simile a un gemito letale, proveniente in apparenza dal nulla. Il vecchio aveva appena chiesto a Ninial se Blair avesse potuto assisterlo in un caso drammatico: la morte per misteriosa malattia di due giovanni studenti di una scuola privata in Connecticut.
Pungolato dalla sfida lanciatagli via etere dal fantomatico Dottor Morte, Blair accetta il caso e si reca - sotto le mentite spoglie dell'assistente di un noto epidemiologo di Yale - al citato college. In modo decisamente troppo subitaneo (e chiaramente dovuto al limite di caratteri richiesti per il completamento del racconto), la storia finisce, il malvagio Dottor Morte (un povero medico di campagna con il pallino della scienza e una notevole avidità di denaro) viene catturato e Blair può spiegare con non troppa convinzione come abbia risolto l'arcano sia a Ninial che al lettore.
Aldilà di una spiegazione un po' tirata per i capelli e una conclusione quindi piuttosto anticlimatica, il racconto è ben scritto, ben ambientato e dotato di personaggi interessanti, che certamente andremo a ritovare perché ci sono molto piaciuti. Resta un prodotto di buona qualità di una rivista decisamente gradevole, anche se al momento priva di vette elevate (ma ci resta da leggere nientemeno che un Woolrich... speriamo sia all'altezza del nome!)

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