mercoledì 5 giugno 2013

La "Caduta" di Gillian Anderson

Se avete voglia di dormire in fretta e casomai non poco irritati, niente di meglio che il primo episodio di una strana miniserie britannica (credo, visto che è ambientata a Belfast), che vede come principale motivo di interesse il ritorno di una delle grandi figure televisive degli anni Novanta, Gillian Anderson, l'agente Dana Scully della serie X-Files, indimenticabile e indimenticata dai fan.
Bene. Era meglio se non tornava... Sfruttata malissimo (almeno nella prima puntata), come agente della polizia londinese inviata a Belfast per indagare su un possibile serial killer di giovani donne (non riconosciuto come tale dalle autorità locali, i cui componenti sembrano più una sorta di accozzaglia da cartone animato che plausibili poliziotti reali), la Anderson passa da una scena silenziosa o quasi, all'assolutamente identica successiva, in una monotonia di narrazione e di immagini da far rimpiangere i più noiosi film scandinavi (al cui modo di fare televisione e affrontare tematiche complesse e molto pese, come la violenza sulle donne, atavico lascito di una civiltà barbaramente maschilista come la nostra, e probabilmente anche la pedofilia - il serial killer protagonista sembra possedere anche questa spregevole devianza, per adesso ancora in nuce - ma non ho assolutamente la voglia di assistere a come proseguirà la faccenda). Certo, non necessariamente ogni telefilm sugli assassini seriali deve svolgersi in un susseguirsi di colpi di scena e sequenze mozzafiato, e neppure necessariamente riempire lo schermo di fiotti di sangue ed esposizioni di organi interni, ma non devo nemmeno ridursi a questo difficilmente palatabile cerebralismo introspettivo, da terapia di gruppo per deviati sessuali. La penosa lentezza con cui la vicenda stancamente si mette in moto vede gli spettatori annoiati, se non del tutto disgustati e, preferibilmente, addormentati, prima della conclusione di metà del pilot.
La Anderson, a sua volta annoiata (e forse per questo spesso già in pigiama), si muove come una sonnambula in uno scenario che non le si addice, pensando con rimpianto ai fasti di una ventina di anni prima.
Da distruggere prima di restarne infettati.

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