sabato 22 giugno 2013

Un pulp al giorno: Panamint Oil e The Death Club

Ero rimasto corto nella descrizione del contenuto del numero di Dime Detective Magazine del gennaio del 1934 che avevamo esaminato nei giorni scorsi. Così ecco un breve contributo relativo agli ultimi due brevi racconti del fascicolo.
Il primo, scritto dal praticamente sconosciuto Jan Dana (autore di mystery relativamente attivo nel periodo fra le metà degli anni Trenta e i primi anni Quaranta), racconta di un investigatore di uno studio legale a caccia dell'erede di una cospicua fortuna fra le paludi del Sud, costellate di temibili serpenti, dai quali ci si può salvare soltanto cospargendosi dell'olio vegetale del titolo. Inizia come un romanzo espitolare e si sviluppa poi rapidamente verso lo scontato finale a lieto fine, passando per incontri con donne anziane travestite da giovani ragazze e patrigni perversi che non esitano a mettere la figliastra - erede della fortuna paterna - nella sabbia fino al collo e a lasciarla in pasto ai serpenti. Leggibile, nonostante la frenesia di arrivare a un finale. Lo si poteva sviluppare in modo più ampio.
Altrattanto tirato via il racconto finale del numero, scritto da un autore molto attivo nel periodo come George Alden Edson, che narra le vicende di un investigatore privato - tanto per cambiare - che crede di notare un filo rosso che lega alcune morti misteriose di uomini con una ricchissima polizza di assicurazione sulla vita. Scoprirà l'organizzazione che dietro di loro trama per spingerli al suicidio, dopo aver loro assicurato sei mesi di benessere (una specie di contratto faustiano, molto più breve e meno intrigante).
Niente di speciale in ambedue i casi, ma racconti dignitosi che riempiono un numero assolutamente interessante di uno tra i pulp più celebri del periodo

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