sabato 5 gennaio 2013

La "febbre" del venerdì sera

No, non vi parlerò di John Travolta, dei Bee Gees e della Disco anni Settanta. Vi parlerò invece di Horse Fever, divertente gioco da tavolo della Cranio Creations, provato ieri sera per la prima volta dal mio gruppo ludico del venerdì.
La prima impressione del gioco non è delle migliori per colpa di una grafica quantomeno opinabile (ma non sono certo il più adatto a dare giudizi a riguardo) e una preparazione del gioco non eccessivamente user friendly (proprio per la scelta molto retrò per la grafica di carte, tabellone, etc.), ma se si supera la tentazione di rimettere tutto a posto e riproporre per l'ennesima volta Seven Wonders, si arriva a non pentirsi per niente della scelta effettuata.
Il gioco tratta del mondo delle corse dei cavalli ed è in sostanza un gioco di scommesse, coronato da una serie di fasi dai sistemi abbastanza intriganti e vari, e una corsa piuttosto coinvolgente, dove ogni giocatore può cercare di facilitare le cose per i cavalli della sue scuderie, o comunque per quelli su cui ha scommesso (gli unici che producono i punti vittoria necessari al successo finale), e ostacolare i concorrenti.
C'è abbastanza varietà da sollecitare diversi tipi di strategia (io, per esempio, dopo aver avuto una parte iniziale della partita segnata da totali insuccessi sia nelle scommesse sia come scuderia, e aver rischiato fino all'ultimo secondo il fallimento per l'impossibilità di ripagare un prestito, grazie a punti ottenuti con le carte obbiettivo, sono riuscito a strappare un secondo posto finale nella classifica, del tutto inatteso prima dell'ultima gare). Il sistema di bilanciamento del gioco (che costringe ogni giocatore ad affettuare puntate minime pari al numero di punti vittoria in possesso in quel momento) rende possibili ribaltoni, e la fase del posizionamento delle carte azione segrete per favorire/sfavorire i vari cavalli in concorso è spesso esilarante (o almeno così è stato nella partita di ieri). Anche l'interazione di gioco non è male, per quanto non sia al livello di un Bang o di un Munchkin (tanto per citare i primi due titoli a giro per la mente).
Ne avevo sentito parlare bene, ma dopo varie delusioni per giochi altrimenti osannati (tipo Bohnanza, tanto per fare un nome tra i giochi assolutamente distrutti dal nostro gruppo di gioco), la prima impressione aveva quasi infilato nel dimenticatoio anche questo titolo. Sono invece contento di aver giocato e probabilmente il gioco sarà riproposto in una delle prossime serate.


2 commenti:

  1. Come già detto su Fb, di Horse Fever anche il gruppo di gioco di cui faccio parte io ne è decisamente entusiasta.

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  2. Piaciuto più del previsto e non cassato immediatamente, cosa che capita sovente con il mio ameno gruppo di giocatori.
    Vedremo se tiene (il prossimo venerdì ci aspetta Wallenstein, che è comunque altra roba...)

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