giovedì 3 gennaio 2013

Storia confidenziale della letteratura italiana...UN MUST!!!!

Sto terminando la lettura del secondo volume della "Storia confidenziale della letteratura italiana" di Giampaolo Dossena, forse noto a qualcuno di voi anche (e soprattutto, direi) come enigmista e autore di diversi libri sul mondo del gioco come il Dizionario dei giochi con le parole (edito da Garzanti), Giochi da tavolo (edito da Mondadori) e l'Enciclopedia dei Giochi (3 volumi della UTET).
Ho preso i volumi in biblioteca, per provare ad approcciarmi in modo diverso al (ri)studio dei principali autori in funzione esame per il megaconcorso fantozziano per le cattedre per l'insegnamento (infatti, se non credo di aver bisogno di particolare ripasso per affrontare la prova scritta - e auspicabilmente, orale - di latino, mi sento alquanto carente nella letteratura italiana, che, a parte Manzoni e qualcosa di Dante e Petrarca, non ho più avuto modo di studiare o insegnare nel dettaglio da quasi un trentennio a questa parte - esami universitari sostenuti fra il 1985 e il 1986 sulle opere di Machiavelli e sul Petrarca latino delle Seniles, poi quasi il vuoto totale, con l'ultimo quinquennio salesiano in cui a parte i Promessi Sposi e rime sparse di autori vari, da Pascoli a Palazzeschi, passando per Leopardi, Dante e pochi altri, non ho potuto insegnare molto, vista la peculiarità del mio incarico... sarei prontissimo a insegnare letteratura inglese, se solo avessi i titoli per farlo!!!). Bene: ho fatto la scelta giusta, perché i volumi sono irresistibilmente ganzi da leggere, anche per i poco avvezzi alla letteratura, a causa dei brutti ricordi scolastici.
Dossena, che non è certo pedante e prolisso nella sua narrazione, si avvicina al mondo meraviglioso della nostra letteratura in modo giocoso, anomalo, straordinario, seguendo passo passo, anno per anno, poi anche mese per mese, il suo svolgersi misterioso e affascinante, intessendo una ragnatela di citazioni, di aneddoti, di passaggi apparentemente sconclusionati e stravaganti, lontani anni luce dai polpettoni misterici, settari, da addetti ai lavori, che sono la gran parte dei testi, scolastici e non, che trattano la storia della nostra scrittura e dei nostri autori. Dossena non si perita di tirar giù dagli altari polverosi, su cui albergano da secoli, i mostri sacri (e in effetti mostruosi apparivano e appaiono alla gran parte dei liceali costretti a studiarseli) della letteratura italiana: dice pane al pane e vino al vino e con un linguaggio a tratti decisamente irresistibile, ci accompagna in un viaggio erudito e particolare alla ricerca delle origini della nostra storia letteraria, fra San Francesco e Jacopone da Todi, fra Federico II e l'università bolognese, fra la Firenze comunale e la Francia papale, parlandoci (anche male) di Dante, di Petrarca, di Boccaccio e di una pletora di minori, mostrandocene pregi e difetti ed invitando a leggerli o rileggerli sotto una prospettiva diversa.
Ne risulta quindi un percorso fiabesco nel labirintico intrico della poesia minore del Duecento o del Trecento, pieno zeppo di aneddoti e di battute, di parentesi su parentesi, di citazioni su citazioni (sarà per questo che lo adoro?), a caccia di un Dante perennemente incazzato, di un Petrarca che si inventa di sana pianta una donna da amare chiamandola Laura (con ancora maggior fantasia di quanto fatto da Dante con le sue donne-specchio), di Boccaccio che non fa altro che lamentarsi e perseguitare il Petrarca (che con abilità degna di miglior causa riesce spesso a sfuggirli nel suo eterno peregrinare).
E' grazie a Dossena e alle sue citazioni che ho scoperto e apprezzato più di quanto non avrei mai creduto possibile Salimbene da Parma e in particolare la Cronica dell'Anonimo Romano, coevo di Cola di Rienzo, la descrizione della cui morte è assolutamente degna di un film splatter contemporaneo.
Insomma, mi sono divorato i primi due volumi e non vedo l'ora di completare l'opera con i due successivi, che ci portano fino al Seicento.
Forse una lettura del genere, troppo fuori dagli schemi pedagogici imbastiti dai vari ministeri della Pubblica Istruzione (ma vogliamo fare un elenco dei ministri dell'ultimo ventennio: Iervolino, D'Onofrio, Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini, Profumo... insomma, il circo), non mi servirà a nulla per il suddetto concorso, ma senza dubbio è risultata divertente, istruttiva, costruttiva, necessaria.
Provate a cercarla in qualche biblioteca: vale la pena.

1 commento:

  1. Ci daro' una occhiata , sto leggendo retrat from gettysburg in parallelo ad altri libri , ma mi interessa come approccio alla letteratura

    RispondiElimina