giovedì 7 febbraio 2013

Un pulp al giorno: A child for Satan

Vado ancora a pescare dal Dime Mystery Magazine del settembre del 1935, per recuperare un truce racconto di sabba diabolici e maledizioni familiari che durano un millennio, A Child for Satan, scritto da Chandler H.Whipple (autore quasi sconosciuto in Italia, ma estremamente prolifico in generi oltremodo diversi - o forse no - quali gli horror sadico-truculenti che infarcivano le pagine di Horror Stories, Terror Tales e gli altri Shudder Pulps del periodo, e le storie romantico-avventurose pubblicate su Rangeland Romance, Thrilling Love e simili), e facente parte del ciclo della Maledizione degli Harcourts, che comprende sei diversi racconti, tutti apparsi su Dime Mystery Magazine.
Il racconto in esame è ambientato in un villaggio nei pressi di Salem nel periodo della caccia alle streghe, e narra del tentativo del perfido nobile fiorentino Pirelli (pensa un po' te...) di estenguire una volta per tutte la famiglia rivale degli Harcourt, ormai ridotta al giovane John e al figlio di pochi mesi. L'infernale creatura (diventata una sorta di demone infernale, capace di assumere le sembianze di chi vuole), dopo aver (apparentemente) eliminato il capofamiglia, cerca di costringere la giovane e bella moglie Elizabeth a cedere sua sponte il pargoletto al messo di Satana (da qui il termine "pargoletto" richiamato per associazione di idee con Carducci e l'Inno a Satana... guardate che labirinti assurdi percorre la mente...), sottoponendola ad atroci torture e terrificanti ordalie (descritte nel dettaglio, così come le "divertenti" procedure indiane per scuoiare vivo un essere umano - era questa una parte importante della narrativa pulp di questo tipo di riviste, che avevano un loro pubblico piuttosto ampio), cui la madre orgogliosa si sottopone pur di preservare l'immortalità dell'anima del figlioletto; ma quando il bieco Formigoni... ehm, Pirelli (scusate il lapsus... eh, questi labirinti mnemonici cosa ci fanno scrivere!) si accinge a scuoiare vivo il bimbo, la donna cede e acconsente a battezzare il piccolo nel nome del Maligno (e che sarà mai!); ma nel mezzo del sabba fra figure incappucciate e demoni dipinti di rosso, la donna decide di sacrificare la vita del figlio, pur di salvargli l'anima, afferra un coltello e si accinge a trapassare il corpicino, quando lo schianto degli spari degli archibugi rompe l'incanto; Elizabeth fugge con in braccio il bimbo, ma travolta dalla paura e dalla stanchezza, cade al suolo svenuta: al risveglio si troverà fra le braccia del marito, erroneamente creduto morto dal demone (che come ogni demone letterario è un vero imbecille e si affida ad aiutanti di serie Z - nel caso, pessimi pellerossa agghindati da creature infernali, che si lasciano sfuggire la preda e, pur di non comunicarlo al padrone per non incorrere nella sua ira, gli sostituiscono il cadavere di un altro sventurato - che, tanto, scuoiato, risulta irriconoscibile per tutti), che, dopo aver assistito all'impiccagione del Pirelli (ma non era un demone capace di assumere qualsiasi sembianza?!? Come caspita fa a farsi catturare da un manipolo di puritani armati di archibugi?!? Mistero dei lieto fine...), decide che forse è meglio tirarlo giù dalla forca, impalarlo e dargli fuoco, tanto per essere sicuri di rimandare la maledizione a qualche generazione successiva... cosa che puntualmente avviene.
Storia modesta, ma lettura a tratti divertente, anche se non tra le migliori del fascicolo in esame. Ne sentirete molte altre, se vi va di ascoltarle.

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