lunedì 11 febbraio 2013

Un pulp al giorno: Lovely Lady of Death

Iniziamo, con questo racconto, l'esame di un altra celebre rivista pulp anni Trenta, una fra le rivali della mitica Weird Tales, una dei membri dei cosiddetti Shudder Pulps: Terror Tales. Nata nel 1934 e proseguita fino al 1941, la pubblicazione della rivista ha visto al suo interno scrittori di discreta fama, nel genere, come Paul Ernst, Wyatt Blassingame, Hugh B.Cave, Nat Schachner, Arthur Leo Zagat, Arthur J.Burks, e numerosi altri che abbiamo già incontrato nella nostra rassegna.
Il racconto che abbiamo scelto per iniziare l'analisi della rivista è Lovely Lady of Death, scritto dal misconosciuto Donald Dale, pseudonimo di Mary Dale Buckner, autrice la cui carriera si colloca nel breve spazio di tempo compreso fra la metà degli anni Trenta e i primi anni Quaranta, tutta su riviste di genere weird. Il racconto in questione, apparso nel numero di luglio agosto del 1937, richiama subito alla mente un classico del cinema horror uscito solo un anno prima (ed esso stesso di derivazione letteraria, in quanto tratto da Abraham Merritt): La bambola del diavolo di Tod Robbins.
E' la vicenda di un giovane medico, sul punto di sposare la sua fidanzata fin dai tempi del college, chiamato nella strana casa di un inquietante ispanico, Manuel Ortiz, la cui bellissima moglie, da tempo sofferente per un male che il medico ritiene immaginario, è appena morta senza nessuna spiegazione apparente, tranne una minuscola ferita, simile al graffio di una spilla, proprio sotto la gola.
Ortiz, fuori di sé per la perdita, promette vendetta ai danni del medico, che, non particolarmente scosso dall'accaduto, anche se ovviamente dispiaciuto per la morte della donna, torna a casa per potersi preparare per il matrimonio. Poco dopo riceve la visita di una strano e inquiatante mendicante, che gli vende una bellissima statuetta di legno di una donna in punta di piedi con le mani protese a coppa sopra la testa, a reggere una misteriosa sfera di cristallo. Estasiato dalla bellezza dell'oggetto, pur con qualche riluttanza, il medico lo acquista e lo regala alla futura sposa. Celebrate le nozze, la coppia inizia a subire continue minacce, da un'entità misteriosa che sembra uscire di notte dalla sfera stessa, finché, dopo aver ucciso per sbaglio la sorella del protagonista, rimasta a dormire nel letto generalmente occupato dalla moglie, la mostruosa creatura rapisce Myra - la moglie del dottore - e il medico stesso si trova alla mercé del mostro, che altri non è che il crudele ispanico, negromante e stregone che ha trovato il modo di stringere un patto con il demonio e tornare fin dalle viscere dell'inferno (si è infatti ucciso, con un rito sacrificale, il giorno stesso della morte della moglie); ma con un gesto disperato, il medico riesce a catapultare il proprio corpo legato contro il tavolo che sostiene la statuetta, che crolla sul pavimento e si infrange, distruggendo con se stessa il mostro infernale, un attimo prima che Myra venga per sempre risucchiata nel suo mondo.
Classico esempio di horror del periodo, appena sfiorato dalle connotazioni sadico-deprevate altrove evidenziate e tipiche della narrativa degli Shudder Pulps - forse perché scritto da una donna -, resta un racconto di discreta fattura, anche se assolutamente stereotipato e privo di reali colpi di scena per un lettore odierno. Non ha senso chiedersi delle azioni una più stupida dell'altra che vengono compiute dai protagonisti (esattamente come non ha senso porsi le medesime domande quando si assiste a una pellicola slasher anni Ottanta-Novanta: ci si lascia portare dal flusso della vicenda e si chiudono entrambi gli occhi davanti alle improbabilità), e se lo si legge con il giusto spirito, la lettura risulta perfino godibile.
Molti altri esempi del genere nelle prossime settimana

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